Stampa

Nella Santa Messa il collegamento tra diaconato ed eucaristia si manifesta in particolare in quattro momenti:
1) nella proclamazione del Vangelo, che viene consegnato al diacono durante l’ordinazione per il servizio della Parola;
2) nel proporre ai fedeli le intenzioni della preghiera universale, facendo in modo che sia l’assemblea ad esprimersi e non sostituendosi ad essa;
3) nel ricevere l’offerta dell’assemblea che il diacono presenta al presidente come “interprete delle necessità e dei desideri delle comunità cristiane”;
4) nella distribuzione ai fedeli del corpo e sangue eucaristici.

La comunione al calice, che è lo specifico ministero diaconale fin dalla antichità patristica (come ricordano i Padri a proposito del martirio di san Lorenzo) è il segno sacramentale più espressivo del collegamento tra diaconia ed Eucaristia, che si manifesta poi attraverso il “servizio della carità” materiale e spirituale.
Da ricordare poi che “il servizio quotidiano delle mense” di Atti 6, che comporta ogni genere di servizio sia verso il Signore, sia verso i fratelli, trae la sua origine dal servizio all’altare, dall’Eucaristia.
L’animazione del servizio del diacono viene svolta nella triplice funzione (munus) del suo ministero: quella di insegnare, santificare, guidare. Infatti, come ha insegnato Giovanni Paolo II in una sua allocuzione ai diaconi del 1985, il diacono è maestro, in quanto proclama ed illustra la Parola di Dio: è santificatore in quanto amministra il sacramento del Battesimo, dell’Eucaristia ed i sacramentali; è guida in quanto è animatore di comunità o settori della vita ecclesiale. In tal senso il diacono contribuisce a far crescere la Chiesa come realtà di comunicazione,  di servizio, di missione.
(P.Buldrini)