Ordinaz2005 Pontile duomopg

In previsione di un momento forte di riflessione sul diaconato a Modena che avverrà nella giornata del 21 aprile prossimo, in occasione dei 30 anni dalla prima ordinazione diaconale, abbiamo voluto saggiare la percezione e le aspettative dei fedeli che frequentano attivamente le nostre parrocchie. Abbiamo, per così dire, “artigianalmente” costruito un questionario per condurre una indagine conoscitiva sul diaconato.

Non abbiamo volutamente ricorrere ai professionisti della statistica, ma abbiamo predisposto comunque alcune domande seguendo alcune regole per verificare e confermare le risposte degli intervistati.
Il questionario non era rivolto alla gente della strada e nemmeno a chi frequenta solamente la messa domenicale, ma era rivolto agli operatori della pastorale, a coloro quindi, che prestano la loro attività e sono a più stretto contatto con i sacerdoti e, là dove sono presenti, anche con i diaconi.
Abbiamo inviato i questionari a tutti i diaconi e a tutti i parroci perché facendone copie lo potessero distribuire nelle diverse comunità della diocesi. Abbiamo raccolto 330 questionari tra cartacei ed inviati per posta elettronica, provenienti da 43 parrocchie ed in particolare da 18 parrocchie delle 40 presenti in città. Hanno risposto catechisti (97), componenti dei consigli pastorali o per gli affari economici (46), ministri straordinari (20), volontari caritas (20), appartenenti a gruppi famiglie e gruppi giovani, accoliti, lettori, parroci (7) ed altri che non hanno specificato il loro incarico in parrocchia.
Più della metà degli intervistati ha una età compresa tra i 25 e i 60 anni ed in particolare il 41% ha una età compresa tra i 40 ed i 60 anni.
Il 94% delle persone che hanno risposto conoscono un diacono e l’84% di questi risiede in una parrocchia dove è presente in servizio permanente almeno un diacono.
Abbiamo poi voluto saggiare la conoscenza del ministero del diaconato attraverso due livelli di conoscenza: la conoscenza che riguarda il diaconato come ministro della Chiesa e la conoscenza basata sulla visibilità del diaconato attraverso i servizi che svolge in una comunità. La maggioranza delle risposte (77%) conosce correttamente il diacono come “ministro ordinato” e solo il 20% delle risposte evidenziano una conoscenza imprecisa. Per quanto riguarda la visibilità dei diaconi in servizio, il diacono è riconosciuto per il suo ruolo di guida nella preghiera comunitaria e guida nei momenti di catechesi dei gruppi parrocchiali. Sulla conoscenza di quanto può operare in parrocchia un diacono, tutti, tranne una piccolissima minoranza, rispondono correttamente indicando, con più di 250 ricorrenze: la distribuzione della Eucarestia, la benedizione delle case, poter tenere l’omelia, amministrare il battesimo.
E’ molto evidente che chi conosce un diacono permanente non lo identifica per il suo “servizio” all’altare, come se fosse un “grande chierico”, come spesso ci esprimiamo, ma per la sua presenza e impegno nelle diverse attività e nei gruppi parrocchiali.
Passando alle aspettative degli intervistati circa il ruolo del diacono all’interno di una comunità, il dato che emerge è senz’altro l’immagine di un diacono che collabora con il parroco, di un diacono credibile e buon testimone che aiuta la comunità anche nelle difficoltà, si rende disponibile e presente tra le famiglie, anche quelle più ai margini, si fa portavoce delle richieste dei fedeli laici, sostiene le attività della parrocchia in assenza del parroco o là dove il parroco ha difficoltà ad essere presente.
E’ chiaro che stiamo parlando di aspettative e lo dimostra il fatto che, nonostante siano presenti diverse situazioni di difficoltà di relazione tra parroci e diaconi, la maggioranza delle risposte non sottolineano gli aspetti negativi, ma rimarcano la necessità ed il ruolo del diacono come ruolo collaborativo e di  corresponsabilità nella pastorale parrocchiale.
E’ significativo che molte risposte nei questionari sottolineano che il ruolo del diacono favorisce la crescita della ministerialità e della corresponsabilità.
Inoltre, chi conosce un diacono permanente mette al primo posto tra le proprie aspettative la collaborazione con il parroco e la testimonianza di vita cristiana rispetto ai compiti che può svolgere e non lo considera solo come colui che può sopperire alla mancanza di sacerdoti.
Dalle risposte emerge che l’inserimento o la vocazione di un diacono per una comunità è sempre una opportunità e un dono al di là del ruolo e delle mansioni che gli possono essere affidate.
A coloro che conoscono i diaconi per la loro presenza in parrocchia veniva chiesto di esprimere il rapporto che esiste tra parroco e diacono e tra fedeli e diacono. Al primo posto risulta nuovamente la collaborazione e la suddivisione degli incarichi tra parroco e diacono e la collaborazione e la crescita della corresponsabilità nel rapporto con i fedeli laici.
Infine i due quesiti che concludevano il questionario lasciavano la facoltà di esprimersi liberamente in merito ai compiti e al servizio del diacono permanente. Moltissime sono state le risposte aperte con preziosi suggerimenti e indicazioni di ogni genere. Molte fra queste possono essere riassunte per temi; ed ecco nuovamente una conferma delle aspettative sui diaconi: la collaborazione prete-diacono, il sostegno e la crescita della vita della comunità, l’attenzione alle famiglie ed ai lontani, la possibilità che un diacono guidi una comunità in assenza del presbitero, una maggiore visibilità del ministero diaconale.
Un quadro che non rivela particolari sorprese o realtà inaspettate. Essenzialmente una conferma della conoscenza e delle aspettative delle nostre comunità rispetto al ministero del diacono permanente. Questa indagine si rivela comunque come una preziosa occasione per riflettere e per mettere a fuoco il ruolo del diaconato nella nostra Chiesa diocesana cercando di coglierne le aspettative e valutarle assieme alle priorità che il nostro vescovo intenderà affidarci.