L’ordinazione diaconale è un gesto sacramentale che costituisce il diacono a tutti gli effetti membro del ministero ordinato, conferendogli con una grazia specifica il carisma, cioè il dono, della fondazione apostolica della Chiesa e della sua missione. I Padri conciliari, restaurando il diaconato come “grado proprio e permanente del ministero ordinato”, non hanno inteso richiamare in vita una realtà ormai in disuso da secoli nella chiesa latina per supplire alla mancanza di preti,
ma hanno voluto attuare il rinnovamento della Chiesa in conformità al modello delle origini per valorizzare tutti i gradi del ministero ordinato. In proposito S. Ignazio di Antiochia afferma: “Senza di questi (vescovo, presbiteri e diaconi) non si dà Chiesa (Lettera ai Trallesi, III).
L’identità del diacono viene ben definita dal papa Paolo VI che nel documento “Ad pascendum” del 1972 considera il diaconato ”come ordine intermedio tra i gradi superiori della gerarchia ecclesiastica ed il resto del popolo di Dio, perché fosse in qualche modo interprete delle necessità e dei desideri delle comunità cristiane, animatore del servizio ossia della diaconia della Chiesa presso le comunità cristiane locali, segno e sacramento dello stesso Cristo Signore, il quale non venne per essere servito ma per servire”. Questo testo del Magistero, meglio di ogni altro, dà la definizione del diaconato come “sacramento di Cristo Signore servo”.
Paolo Buldrini 2010