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Si è conclusa la tre giorni di pastorale (7-8-10 giugno 2017 al CFN) durante la quale si sono messe le basi per lo sviluppo del nuovo anno pastorale incentrato sulla "Parrocchia". Dopo gli interventi dell'Ufficio Famiglia e del vicario generale don Giuliano Gazzetti, i partecipanti, suddivisi in 8 gruppi, hanno riflettuto su alcune domande relative al come la parrocchia debba cambiare per rispondere all'invito di papa Francesco ed essere veramente una "parrocchia in uscita". Nella giornata di sabato dopo la sintesi dei lavori di gruppo, l'intervento di don Erio, che ha ribadito la sua disponibilità a ricevere, durante l'estate, considerazioni e proposte da parte di tutti, prima della redazione finale della lettera pastorale.
Il passaggio dal tema della casa e della famiglia (tema che ci ha visti impegnati nell’ultimo anno pastorale) al tema della parrocchia è piuttosto naturale. Dilatando il motivo della “misericordia", che ha caratterizzato il Giubileo voluto da papa Francesco e che in Diocesi abbiamo declinato nella realtà del presbiterio (2015-16) e in quella della famiglia (2016-17), intendiamo ora declinarlo nella realtà della parrocchia, intesa come “grande famiglia" e “famiglia di famiglie".
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“Ma voi, chi dite che io sia?”. La risposta di Pietro poteva sembrare ovvia: “tu sei il Cristo”. Ormai Gesù aveva dimostrato in molti modi di essere inviato da Dio, amato dal Padre, dotato di capacità ben superiori alle forze umane. Ma in realtà non era una risposta ovvia, perché Pietro non immaginava la spiegazione seguente di Gesù: che lui avrebbe dovuto “soffrire molto”, “venire ucciso” e “dopo tre giorni, risorgere”. Ma se è l'inviato di Dio, che bisogno ha di morire e soffrire per poi risorgere? Non è un'inutile messa in scena? Non è meglio evitare questa umiliazione e questo dolore e assicurarsi piuttosto - lui che può - una vita di successi, soddisfazioni e gloria?
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